Il quarto atto del FIA World Endurance Championship 2025 va in scena sul Circuito de La Sarthe, in Francia, teatro della prova più importante della stagione, la 24 Ore di Le Mans. Alessandro Pier Guidi, vincitore della 24 Ore del Centenario nel 2023, con la Ferrari 499P condivisa con James Calado e Antonio Giovinazzi, descrive l’iconico tracciato che sin dal 1923 ospita la maratona endurance più famosa al mondo: “Le Mans è una delle piste più belle nonché una di quelle a cui sono più affezionato, sia perché in Francia abbiamo ottenuto risultati straordinari, sia per il fatto che amo i circuiti ad alta velocità” dice il pilota classe 1983, che in carriera ha trionfato due volte a Le Mans anche con le vetture derivate dalla serie, nel 2019 e nel 2021 con la 488 GTE, sempre con Calado.
Mescolando rettilinei lunghi, curve ad alta velocità, staccate poderose, la pista, che misura 13,626 chilometri e include 38 curve, rappresenta qualcosa di unico. “Dopo il rettilineo dei box affrontiamo la prima curva, una piega a destra dove la frenata è complessa perché è facile bloccare le ruote esterne – spiega Pier Guidi –. Si affronta quindi la prima chicane, dove è importante tagliare i cordoli senza danneggiare la vettura, e si entra in una serie di ‘esse’ difficili per i cambi di pendenza.”
L’uscita da questo tratto porta all’iconica curva di “Tertre Rouge” che anticipa il rettilineo di Hunaudières “dove in passato abbiamo toccato i 347 km/h” prosegue il pilota italiano, e alla prima chicane, “che si approccia con una frenata poderosa e complicata perché l’assetto a basso carico aerodinamico della vettura ti obbliga a essere molto preciso”, una situazione simile a quella della chicane seguente. Le Hypercar, dopo un altro tratto veloce, giungono all’iconica curva di Mulsanne, “dove la combinazione tra staccata, inizio di curva in frenata e velocità di uscita è il fattore decisivo per non perdere decimi di secondo preziosi”.
Secondo il pilota ufficiale Ferrari tra i punti più belli del tracciato figura la successiva “Esse di Indianapolis” dove si “entra ad altissima velocità, si toccano leggermente i freni nella prima piega, preparandosi alla seconda curva a sinistra, dove si frena in modo molto più vigoroso”, avviandosi così verso l’unica curva realmente lenta di Le Mans, “Arnage”, che “solo all’apparenza è semplice perché in realtà è molto insidiosa, specialmente all’ingresso, quando è molto facile bloccare il posteriore”.
Le vetture sono quindi pronte ad affrontare il tratto finale. Usciti da Arnage un rettifilo porta a “una delle sequenze più divertenti, diverse curve in serie dove è fondamentale gestire il grip degli pneumatici, preparandosi alla ‘Esse’ del Kart, dove si taglia leggermente il cordolo a sinistra e si lascia scorrere la vettura per guadagnare velocità, arrivando al ‘Raccordement’ senza scomporre la vettura, e quindi entrare nel rettilineo dei box” per completare il giro.