Alla sua prima partecipazione alla 24 Ore di Le Mans, Chris Froggatt si prepara ad affrontare una delle sfide più leggendarie del motorsport mondiale. Pilota inglese, classe 1993, Froggatt ha mosso i primi passi nel Ferrari Challenge Europe Trofeo Pirelli, dove nel 2018 ha conquistato il titolo nel Trofeo Pirelli Am. Da allora, la sua carriera è proseguita in vari campionati, trovando conferme nel GT World Challenge Europe (con vari titoli conquistati anche con Ferrari), dove oggi corre con il team Ziggo Sport Tempesta Racing al volante della Ferrari 296 GT3.
A Le Mans, Chris è in pista con la Ferrari numero 193 nella classe LMGT3, affiancato da Jonathan Hui ed Eddie Cheever III, un equipaggio che unisce esperienza, talento e passione. In questa intervista, ci racconta emozioni, aspettative e sfide di una gara che rappresenta il sogno di molti piloti.
La tua prima esperienza qui a Le Mans: com'è stato il debutto in pista?
"Venire a Le Mans con Ferrari è sempre stato un sogno per me. Inoltre, ad affiancarmi ci sono piloti come Jonathan e Eddie che sono amici. I primi giri in pista sono stati semplicemente fantastici. Il tracciato è davvero unico, completamente diverso da qualsiasi altro: un mix tra un circuito permanente e strade aperte al traffico, con rettilinei interminabili. È un'esperienza senza paragoni. All’inizio può risultare travolgente, soprattutto perché ci sono moltissime Hypercar e LMP2 in pista. Serve grande attenzione: le differenze di velocità tra le varie classi sono importanti e bisogna sempre essere consapevoli di cosa accade intorno a te.
Ma l’emozione di correre in un luogo così iconico è indescrivibile. Anche l’atmosfera nel paddock è speciale, diversa da qualsiasi altro evento motoristico."
A quali aspetti dovrai prestare maggiore attenzione?
"Una gara come questa, con così tante classi in pista, è molto diversa da quelle a cui sono abituato. Sono abituato a correre nel GT World Challenge Europe, ma Le Mans è un'altra cosa. La principale differenza è che siamo noi, della nostra classe, ad essere i più lenti in pista, ed è una situazione a cui non sono abituato. Le Hypercar, in alcuni tratti, arrivano a velocità praticamente doppie rispetto alle nostre vetture, e questo richiede una grande attenzione e lucidità, soprattutto durante i doppiaggi. Credo che la notte sarà il momento più impegnativo. Fortunatamente riceviamo il supporto e consigli via radio, una situazione che aiuta a non farci trovare impreparati. È un contributo preziosissimo in una gara così complessa."
Hai già affrontato una 24 Ore?
"Sì, abbiamo già disputato sei 24 ore e tra due settimane saremo nuovamente a Spa. La prima partecipazione è stata proprio sul circuito delle Ardenne e negli anni successivi sono riuscito a salire sul podio, con un secondo e un terzo posto, con Eddie e Giancarlo Fisichella. Per ora non abbiamo ancora centrato la vittoria… ma sarebbe fantastico riuscirci."
Quali le aspettative per questa gara?
"Per quanto mi riguarda, voglio davvero godermi ogni momento. Questa è una corsa speciale. Da bambino sognavo di poter correre qui con una Ferrari, quindi, essere al via è già fantastico per me. Quanto alle aspettative, a dire il vero non ne ho di precise. La vettura è molto diversa dalla GT3 con cui corriamo nel campionato SRO, quindi è stato fondamentale prenderci il tempo per conoscerla a fondo. Ora credo che abbiamo raggiunto un buon feeling e ci sentiamo a nostro agio. Naturalmente, la concorrenza è altissima. Il nostro obiettivo sarà fare una gara pulita, senza errori, e restare in corsa per le posizioni di vertice fino alle ultime ore. Se riuscissimo ad arrivare nelle prime tre posizioni, sarebbe incredibile. Ma, prima di tutto, voglio finire la gara: completare la 24 Ore di Le Mans sarebbe una vittoria personale."
Che differenze hai notato tra una 296 GT3 e una 296 LMGT3?
"La LMGT3 ha una deportanza leggermente inferiore, e anche gli pneumatici sono diversi, pensati per resistere a uno sforzo più prolungato, data la durata della gara. È un aspetto a cui devo ancora abituarmi, trovare il giusto feeling.
Il DNA della vettura resta simile, ovviamente, ma l’elettronica è un po’ diversa e anche lo sterzo richiede un approccio differente, meno aggressivo. Una novità per noi, qui a Le Mans, è la gestione dell’energia. Nelle gare SRO, questo aspetto non esiste: non c’è la necessità di preservare carburante o gestire il consumo con tanta attenzione.
A Le Mans riuscire a risparmiare abbastanza carburante per fare anche solo un giro in più può fare una differenza enorme. È un’ulteriore sfida, ma fondamentale per essere competitivi."
Hai vinto il Ferrari Challenge e ora sei a Le Mans. Quanto ha influito nella tua crescita l’esperienza nel monomarca del Cavallino Rampante?
“Il Ferrari Challenge è stato per me una grande occasione di apprendimento e di educazione alle corse perché, quando le auto sono uguali, il pilota è concentrato sulla guida e sulla gara per imparare a estrarre le migliori prestazioni dalla vettura.
Penso che sia stata un’ottima palestra. È stato bello anche il format. È stato un ottimo trampolino di lancio per entrare nel mondo delle GT”.
Come ti sei preparato per affrontare la 24 Ore di Le Mans?
“Ci siamo preparati tutti al meglio per questa gara. Ho trascorso molte più ore al simulatore e poi mi sono preparato anche fisicamente, perdendo anche qualche chilo. Una preparazione anche a livello mentale. Può capitare infatti che, mentre stai facendo la tua gara possa arrivare alle tue spalle una 499P a 320 km all'ora, che vuole passare nel tuo stesso posto. Quindi occorre massima concentrazione e questo è un aspetto che richiede sicuramente molta più energia”.